All’età di quasi 95 anni, il “Don Bosco delle Ande“, padre Ugo de Censi – un prete di strada che dalla Valtellina si è mosso fino alla peruviana Lima, legandosi indissolubilmente all’Operazione Mato Grosso fondata nel 1967 – ha lasciato una comunità di amici e sostenitori.

Un’esempio per migliaia di ragazzi di una solidarietà missionaria instancabile: giovani che hanno raccolto l’eredità di cinquanta anni di movimento educativo missionario – che oggi conta 84 case attive, 43 missioni nella Sierra, e centinaia solo in Perù, senza contare le missioni Ecuador, Bolivia e Brasile – che si sono riuniti, nei giorni scorsi, per donare il loro personale saluto a Padre Ugo.

Nella serata di Sabato 15 Dicembre, centinaia tra giovani e vecchi appartenenti all’Operazione Mato Grosso hanno vegliato dalle ore 21.00 alle ore 7.00 della domenica al Colle don Bosco per una veglia di preghiera per Padre Ugo De Censi.

Il giorno successivo, dalle 10.00 alle 14.00, circa 3.000 persone si sono ritrovate al Palazzetto dello Sport di Casale Monferrato, luogo particolarmente legato al Perù e all’America Latina, per ricordarlo e commemorarlo con una Santa Messa. La mattinata è scivolata tra le testimonianze di diverse persone, che hanno ricordato l’anima e l’animo che ha sempre mosso Padre Ugo. Per la celebrazione eucaristica, erano presenti il vicario del Rettor Maggiore, don Francesco Cereda, l’Ispettore del Piemonte e Valle d’Aosta, don Enrico Stasi, e dell’Ispettoria Salesiana Lombardo Emiliana, don Giuliano Giacomazzi, alcuni vescovi dal Perù, come S.E. Mons. Ivo Baldi Gaburri, Vescovo della Diocesi di Huarí e S.E. Mons. Gaetano Galbusera, Vescovo Coadiutore del vicariato apostolico della città peruviana di Puccallpa, e, ancora, i sacerdoti “figli” di Padre Ugo.

Sono stati collezionati, in tale occasione, tre scritti inediti di padre Ugo, che riportiamo qui di seguito, buona lettura!

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Dalle ultime lettere del Padre Ugo de Censi

Lima, 15.XI.2018

Carissimi,
Non potete immaginare ne io so esprimere tutto ciò che sento, che ho nel cuore, nella testa, nei sensi e sentimenti per tutti, non per tutti, no!! così in astratto; no è qualcosa che non so esprimere … è affetto, è amore, è ricordi, è storia, sono i vostri volti, vita, anima…
Come faccio?! Come faccio ad arrivare a ciascuno! Non ce la faccio. C’è qualcosa che io debbo fare e non ce la farò mai a dirvi, descrivere ciò che sento così forte e intenso: nostalgia di ciascuno… come farete a capirmi se io non riesco a vedere chiaro in me e davanti … nostalgia … ricordi … quanti volti … quanto incapace di arrivare a ciascuno. Ho bisogno del miracolo. Ho bisogno di Dio per arrivare a ciascuno di voi… nel modo più vero. Ho paura della bugia. Se non è che è il Signore Dio a guidare la mia voce, i ricordi, tutta la storia … ma io senza il Signore Dio non so più come fare, come salutare, come abbracciare. Quello che vorrei dirvi, scrivervi non mi riesce è troppo! Non so come e chi ringraziare. Non so. Ho paura. Non voglio dire bugie. Non so come fare … ringraziare… chiedere perdono. Ho sempre paura della bugia …
Se non è DIO, Mio Signore e Padre a entrare in queste righe di … saluto addio …ringraziamento. Oh! la paura della bugia. Ho bisogno solo di Dio per me, per voi. Buttare nelle parole questo DESIDERIO di Dio, di poter incontrare LUI, MIO DIO.
Che cosa volete che vi lasci di questa avventura in giro sulla terra … se non il desiderio di Dio di un padre che ci ha dato e ci raccoglie. Di ciò che ho vissuto vi rimarrà il suono, una nota, un nome … Dio non è un nome, la nostalgia di Dio … lo cercavo, lo perdevo, mi distraevo. Ora, ora vi saluto ecco la paura, ecco l’ateismo, eccomi perduto … “chiama, chiama il Signore” … tutta la vita chiama il Signore Dio, disperato, deluso come me, ma poi ancora chiama, chiama Mio Signore, Mio Dio.
Non ho avuto l’impressione di essere guidato, preso per mano e avviato verso una porta che si sarebbe aperta al momento opportuno, cioè non vedevo né la meta né i passi da fare, come una cosa dopo l’altra, già ero nel cammino da percorrere senza dovermi chiedere come ero arrivato già fin lì, andare dove già ero incamminato per andare … come un percorso obbligato … C’ero dentro, dovevo solo andare, camminare. Cerco di spiegare come andavo avanti verso un’uscita che in qualche modo intravedevo, ma ero già avanti … da sentirmi già in cammino. Tutto in risposta a un “dove vai?”, lasciarsi portare dalla storia già vissuta, dai ragazzi, da tutti che intervengono e si intravede il percorso seguente quello che siamo stati obbligati ad andare dove le porte si aprivano, superare gli ostacoli con qualche salto, metterci volontà e impegno, osservare. Cercare la soluzione.
I ragazzi:
solo i ragazzi possono indovinare il cammino, hanno fiuto
solo i ragazzi possono dare la loro vita
solo i ragazzi ci fanno desiderare Dio, al di là
esagerato
solo Dio conta, butto via tutto il resto
Gesù ed i 12 regno, dei cieli

Da una lettera non inviata del padre Ugo, novembre 2018:

La tua vita come la mia, ho come la voglia di dirti qualcosa che mi sta a cuore, (mentre ancora la testa funziona e la memoria fa cilecca: dal soffitto della mente vengono giù pezzetti di intonaco e di storia).
Non aver paura, segui il cammino del dare via, del regalare, della bontà: fidati di questa spinta, di questo invito; dammi la tua mano, stai tranquillo. Anche a te succederà come a me: sarai condotto, non dovrai chiederti “dove sto andando?”, il cammino si aprirà davanti, la porta si aprirà, non aver paura, sarei condotto dove ora non puoi sapere. Fidati: il cammino della carità è il cammino di Dio. Dio ha fatto tutto per carità. Dio regala tutto. Se stai con Dio ti viene voglia di regalare. Per questo l’OMG è qualcosa che sta dalla parte di Dio. Non aver paura a regalare: quello che regali apre il camino al prossimo dono. Questa virtù della carità, questo slancio di regalare è ciò che va trasmesso ai ragazzi.

Incontri me uno che sta per morire e grida ho sete, e mi portano acqua. Ma vaaaa!
Anch’io ho sete di Dio. Ho bisogno di lui, di trovarlo, d’essere accolto. Non aspetto altro. Ho sempre avuto paura della morte. Ora un po’ meno. Magari la desidero, ma ho paura del nulla. La paura: non trovare Dio. Detto così non è detto bene. Meglio mi esprimo se ti dico che desidero Dio. Morire è … Finalmente: Dio!!! Tutti punti esclamativi fino a che la penna va.
Caro ragazzo,
Mi manca poco e poi me ne vado. Tu rimarrai, non c’è altra cosa più bella, più preziosa che regalare la tua vita per dire: Si, mio Dio, io credo che tu ci sei è tutto è nelle tue mani, anche la mia vita, l’accetti?

Una lettera degli ultimi giorni

Carissimo Lorenzo e parenti
e confratelli cari
e RAGAZZI.

Salutarvi e dirsi “arrivederci”
e invocare Dio nostro Padre
ora che lascio questo gioco e sorpresa
che è stata la vita,
la mia vita e la vostra,
ora – pieno di paura – sono
teso, desideroso di incontrare
e venire da te, MIO SIGNORE DIO,
ora mi affido con un grido di fiducia
a te mio Padre, Dio;
voglio dirTi che ti amo.
Che sia Gesù e la sua mamma
a condurmi da te. Ti chiamo:
Ti chiamo, accoglimi. Vengo.
Prendimi, voglio conoscerti.

io, Ugo.

Ecco il video realizzato dai Salesiani del Perù in onore di Padre Ugo de Censis.

¡Chacas estará en tu corazón!

#Chacas se unió para recibir a su gran maestro y amigo, el padre Ugo de Censi. Vivirás en los corazones de tus hijos, querido padre.

Publiée par Salesianos del Perú sur Jeudi 13 décembre 2018

Qui di seguito, la galleria fotografica della commemorazione di don Ugo De Censi al Colle, grazie a Enzo Libero.

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