Domenica 8 dicembre 2019, il quotidiano La Stampa, nella sezione dedicata alla provincia di Asti, riporta il colloquio con il nuovo direttore del Colle Don Bosco, don Giovanni Rolandi. Di seguito il testo dell’articolo dedicato, a cura di Marina Rissone.

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Il nuovo direttore del Colle “Guardo ai giovani con speranza S. Bosco è l’esempio”

MARINA RISSONE – CASTELNUOVO DON BOSCO

San Giovanni Bosco è sempre stato per lui uno spirito guida. Don Giovanni Rolandi per i prossimi tre anni è il direttore del Colle Don Bosco di frazione Morialdo. Un legame invisibile fra il salesiano, l’Africa e la Terra dei Santi. Territorio che, come Don Bosco, gli ha dato i natali. Qui ha vissuto infanzia e adolescenza e nel 1991 ai Becchi fu nominato sacerdote dall’arcivescovo di Nairobi, John Njue. Paese dove ancora oggi vivono papà Carlo, mamma Maria Grazia e il fratello Mario, già legatore alla scuola grafica dei Becchi.

Don Rolandi, 56 anni, scorre i ricordi, ancora nitidi, passati a Castelnuovo, a giocare, studiare e pensare al futuro. Ai Becchi dal 1974 al 1977, Giovanni frequenta la scuola media e proprio sui banchi di scuola arriva il primo segnale verso il cammino salesiano. Tornare oggi dopo oltre trent’anni di assenza nella Terra dei Santi, è per il direttore una sensazione di nostalgia e gioia che si uniscono alla voglia di lavorare per il bene della comunità.

«E’ stata una sorpresa – spiega – . Non ho mai pensato di poter tornare in questa veste. La volontà di Dio ha deciso. Il rettor maggiore, don Angel Artime, ha scelto il futuro del Colle Don Bosco, non più sede della scuola grafica e di cucina, che ha chiuso i battenti lo scorso anno. Mio compito sarà creare un dialogo, una rete, con le sedi di Torino Valdocco e San Luigi di Chieri per essere luogo di esperienza, spiritualità e accoglienza di pellegrini, gruppi, con il rettore don Ezio Orsini». Il direttore ripercorre la sua vita.«I miei genitori – racconta – scelsero Castelnuovo perché mio padre iniziò a lavorare alla cantina sociale Terre dei Santi. Il destino ha aiutato a trovare la mia vocazione».

Tutto partì a scuola: «Ai Becchi l’allora direttore, don Domenico Rosso, mi mise la pulce nell’orecchio. La trama della mia vita fu subito chiara: Don Bosco era il mio futuro. Frequentai il liceo ginnasio a Torino Re Rebadeungo e Val Salice. Nel 1983 l’inizio del noviziato salesiano a Pinerolo con i voti verso il sacerdozio. Dall’83 all’85 gli studi all’università Pontificia di Roma».

Al termine il giovane è scelto dall’ispettore don Mario Colombo per la missione in Kenya con l’arrivo a Nairobi. Dal 13 settembre ’85 al 2017 l’Africa diventa il cuore della missione salesiana di don Rolandi.

«Gli esordi in Nord Tanzania, nella città di Moshi. E ancora l’incarico d’ispettore Est Africa (Kenya, Sudan, Sud Sudan e Tanzania) fino al 2017».

Anno in cui torna alla sede di Roma dove si occupa del settore missioni, coordinando corsi di formazione, e il progetto Europa, dall’Irlanda all’Ungheria, «per iniettare l’esempio di Don Bosco ai giovani».

Con la sua visione mondiale il direttore conclude: «Come San Giovanni non mi lamento e guardo al mondo giovanile con speranza. Sono contento di Papa Francesco. Non voglio però essere cieco ai problemi: tornando in Italia noto che la questione migranti non è affrontata nel modo giusto. Sono un ottimista realista».

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