Casa del fratello Giuseppe
L’edificio a due piani situato quasi di fronte alla “casetta”, a fianco del Santuarietto di Maria Ausiliatrice, è la casa del fratello Giuseppe. Giuseppe, il fratello di Don Bosco, si sposò a vent’anni, e qui costruì la sua casa. Una stanza al primo piano era riservata a Don Bosco. Una stanza al pianterreno fu poi destinata a cappella, benedetta da Don Bosco nell’ottobre del 1848. Il granaio e il fienile divennero dormitorio autunnale per i ragazzi dell’Oratorio che trascorrevano una breve vacanza con Don Bosco in tempo di vendemmia; festeggiavano la Madonna del Rosario e poi partivano per le famose passeggiate autunnali. Qui è stata apposta una meridiana con la scritta che scandì gli anni di studio del chierico Bosco: “Afflictis lentae – celeres gaudentibus horae”, ovvero “Le ore passano lente per coloro che sono tristi, velocemente per chi è nella gioia”.
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Via Lucis
La Basilica di Don Bosco è il primo luogo al mondo che mostra ai pellegrini una Via Lucis in sculture, un itinerario originale di devozione pasquale in cui si ricordano e si celebrano gli eventi della vita di Cristo dalla risurrezione di Gesù alla Pentecoste.
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Museo della civiltà contadina dell’ottocento
Realizzato accanto alla casa del fratello Giuseppe, il Museo della Civiltà Contadina illustra la vita della famiglia contadina dell’Ottocento sulla collina monferrina e piemontese in genere.
La vita di ogni uomo è condizionata dall’ambiente culturale in cui vive, e ancor più da quello naturale in cui trascorre gli anni della fanciullezza e dell’adolescenza.
Così fu per Giovanni Bosco, immerso nella realtà contadina fatta di vivo senso familiare, di molto lavoro, di duro sacrificio, di estrema povertà e di forte fede cristiana. Gli oggetti e le fotografie del Museo testimoniano questo stile di vita e i suoi valori che i Missionari di don Bosco hanno portato nel mondo.
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Santuarietto di Maria Ausiliatrice
In origine, questo luogo era occupato dalla minuscola casetta di Antonio Bosco, che fu poi destinata (1915-17) al Santuarietto di Maria Ausiliatrice.
L’idea fu dei Cooperatori salesiani, che vollero ricordare due centenari: l’istituzione della Festa di Maria Ausiliatrice da parte di papa Pio VII (24 Maggio 1815) e il centenario della nascita di Don Bosco.
Alla costruzione contribuirono ragazzi di tutto il mondo: la corona di stemmi che corre sotto il tetto ricorda tutte le loro nazioni. Il progetto fu tracciato dall’architetto salesiano Giulio Valotti. La statua di Maria Ausiliatrice è opera delle Scuole Professionali Salesiane di Barcellona (Spagna). Oggi è luogo di adorazione e preghiera quotidiana per la gioventù e la Famiglia salesiana nel mondo.
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Museo Etnografico Missionario
Il Museo documenta la dimensione missionaria del “sogno dei 9 anni”: egli fu infatti padre e maestro della gioventù nel mondo.
Iniziata nel 1875, l’avventura missionaria dei Salesiani di don Bosco oggi raggiunge oltre 130 nazioni. Il Museo testimonia l’azione missionaria dei figli di don Bosco e l’incontro con culture ai più sconosciute. Nelle vetrine sono esposti reperti significativi della vita materiale, familiare, lavorativa, religiosa e sociale dei paesi che i missionari visitarono nel corso delle loro spedizioni..
I pannelli luminosi richiamano alcuni grandi missionari di don Bosco, e l’azione di promozione umana e di evangelizzazione portata avanti nei territori di missione.
Per saperne di più visita il sito www.memcolledonbosco.it/ e su facebook Museo missionario.
Istituto Salesiano “Bernardi Semeria”
Alla vigilia della Beatificazione di Don Bosco (2 Giugno 1929) il suo terzo successore, Don Filippo Rinaldi, acquistò la Cascina Biglione e i terreni intorno. Su questo terreno Don Pietro Ricaldone costruì, dal 1938 al 1940, un grande Istituto destinato ai giovani orfani e poveri, desiderosi di donare la propria vita all’educazione di altri ragazzi.
Nell’Istituto fu aperta una Scuola Grafica per la diffusione della buona stampa, in appoggio alla campagna catechistica (avviata nel 1942). Presso tale scuola si formarono numerosi salesiani coadiutori che poi partirono come missionari in tante parti del mondo.
L’Istituto porta il nome del benefattore che lo offrì, l’Avv. Pietro Bernardi, e del suo nipote, padre Semeria.
Attualmente qui vive e opera la Comunità salesiana del Colle che accoglie pellegrini, turisti e gruppi giovanili e che ospita un Centro Professionale specializzato nelle Arti Grafiche e dà un valido sostegno alle parrocchie del territorio.
Croce sul colle delle Beatitudini Giovanili
La definizione di “Colle delle beatitudini giovanili” proviene direttamente da un discorso tenuto dal papa Giovanni Paolo II durante la sua visita al Colle Don Bosco del 3 settembre 1988. Egli si riferiva però in generale a tutte le colline che hanno caratterizzato l’infanzia di San Giovanni Bosco. La croce invece ricorda l’ultimo sogno missionario avvenuto tra il 9 e il 10 aprile 1886 mentre Don Bosco si trovava a Barcellona.
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Via biblica giovanile
Partendo dalla casetta di Giovanni Bosco e proseguendo lungo la strada che porta alla casa di Domenico Savio si incontra un percorso arricchito da 14 piloni che raccontano le vite di altrettanti giovani presenti nella Bibbia.
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La Basilica di Don Bosco
La Basilica di Don Bosco fu costruita dove sorgeva la “cascina Biglione” in cui il padre di Don Bosco, Francesco, lavorava come mezzadro. Nella cascina viveva la famiglia Bosco: fu qui infatti che il 16 agosto 1815 nacque Giovanni Bosco. Papà Francesco purtroppo morì quando Giovanni non aveva ancora due anni; mamma Margherita (di 29 anni) quindi si trasferì, con i tre figli e la suocera inferma, in una tettoia acquistata dal padre qualche mese prima di morire e che ristrutturò ad abitazione.
La Basilica è composta di due chiese sovrapposte. La prima pietra è stata benedetta l’11 giugno 1961 e fu aperta al culto la sola chiesa inferiore nel 1965, con una capienza di 700 posti.
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La chiesa inferiore
La grande pala d’altare (di Cafaro Rore) raffigura le passeggiate autunnali da Torino al Colle di Don Bosco con i ragazzi, mamma Margherita, San Domenico Savio, Don Rua (primo suo successore) e Don Cagliero (primo missionario salesiano). Nel presbiterio il crocifisso di Caffaro Rore e la statua in legno dell’Ausiliatrice del Müller (Ortisei) del 1936.
Dietro l’altare una preziosa reliquia di Don Bosco indica il luogo in cui è nato. A fianco i dipinti (di M. Bogani) rappresentano, a sinistra, il matrimonio di Margherita e Francesco (vedovo, con il figlio Antonio) e il battesimo di Giovannino; a destra, la morte di Francesco e il trasferimento alla “Casetta”.
Agli altari laterali sono collocati il dipinto di San Francesco di Sales (Caffaro Rore) e le vetrate con i santi della tradizione salesiana e italiana. Questi concorrono ad evidenziare gli elementi essenziali della salesianità.
L’organo a trazione elettrica, con 31 registri reali e 2500 canne, è della ditta Tamburini e l’Ultima Cena, al fondo della chiesa, è una fotografia a grandezza naturale della celebre opera di Leonardo Da Vinci (ditta Ilford).