Sulle dolci colline astigiane i giorni di metà agosto non sono solo un tempo di riposo, ma anche un’occasione di commemorazione e gratitudine. Perché il 16 agosto 1815, nella frazione “Becchi” di Castelnuovo d’Asti, oggi Castelnuovo Don Bosco, da una famiglia di contadini, nasceva il piccolo Giovanni Bosco, che all’età di nove anni fece quel sogno che segnò l’intero corso della sua vita e delle sue opere. Alla ricorrenza del compleanno di Don Bosco quest’anno si è aggiunta la celebrazione del 100° anniversario del “santuarietto di Maria Ausiliatrice” e dell’insediamento della prima comunità salesiana al Colle Don Bosco.

Per l’occasione la comunità di Colle Don Bosco ha preparato una festa speciale, impreziosita dalla presenza del X Successore di Don Bosco, Don Ángel Fernández Artime, appena rientrato dalla sua visita di animazione alle Ispettorie brasiliane di Porto Alegre e Belo Horizonte.

Le attività celebrative hanno avuto inizio già il 15 di agosto, solennità dell’Assunzione di Maria, con un Messa presieduta dallo stesso Rettor Maggiore presso la chiesa della Madonna del Castello, nel cuore del borgo antico di Castelnuovo Don Bosco. Durante la celebrazione diversi giovani hanno anche pronunciato una preghiera di affidamento alla Beata Vergine e a Don Bosco.

Nella mattinata del 16 le attività si sono aperte con un incontro presso il Colle, sul tema “Tre luci sui primi 100 anni del santuarietto”. Il sindaco di Castelnuovo Don Bosco, dott. Giorgio Musso, ha fatto rivivere la storia dell’epoca in cui il santuario vedeva la sua costruzione, mentre l’architetto Carlo Faccio ha illustrato i principali aspetti architettonici, facendo risaltare le caratteristiche estetiche che introducono ed invitano alla fede. A conclusione don Ezio Orsini, Rettore del santuario del Colle Don Bosco, ha descritto i tratti della spiritualità salesiana propri di quel luogo.

A seguire Don Á.F. Artime ha presieduto la solenne concelebrazione nella basilica del Colle. Nel corso dell’omelia ha invitato i fedeli a vivere l’anniversario e la devozione verso Don Bosco con quel profondo senso di gratitudine che nasce dal riconoscimento della Grazia ricevuta attraverso il Santo dei Giovani.

“I ragazzi anche oggi hanno bisogno dei Salesiani. Hanno bisogno di trovarci in mezzo a loro. Don Bosco va vissuto nei secoli. Dal sentimento di gratitudine occorre passare all’essere noi Don Bosco oggi” ha affermato.

Per ricordare

Il santuarietto venne inaugurato con una grandissima festa l’8 agosto del 1918. La sua costruzione era stata decisa tre anni prima come opera devozionale per ricordare il primo centenario dell’istituzione, da parte di Papa Pio VIII, della festa liturgica di Maria Ausiliatrice e per commemorare il primo centenario della nascita di Don Bosco.

L’opera fu finanziata dalla diocesi di Torino, dal Consiglio Superiore dei Salesiani, da quello delle Figlie di Maria Ausiliatrice, da Salesiani Cooperatori ed Exallievi.

Per costruirlo venne sacrificata la casa di Antonio, fratellastro di Don Bosco, e la prima pietra venne posta proprio nel giorno del primo centenario della nascita di Don Bosco, il 16 agosto 1915. “In quel giorno – scrive Elio Zemini in una ricostruzione delle cronache salesiane – don Albera (allora Rettor Maggiore) aveva aggiunto l’intenzione di ottenere, per intercessione di Maria Ausiliatrice, la cessazione del conflitto armato che causò tante morti e distruzioni in moltissime nazioni”.

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